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La Valle dell’Irno, il paradiso degli appassionati di funghi


Il territorio che va da Calvanico a Salerno, è zona collinare ricca di boschi, tante le specie arboree ma a farla da padrone sono soprattutto castagni e noccioleti.

E’ normale quindi che sia le castagne che le nocciole costituiscono la materia prima di numerose ricette del territorio, sia dolci che salate: calzoncelli, torroni, arista con nocciole, zuppa di fagioli e castagne, per citarne alcune. Ma nel periodo autunnale, quando le prime piogge iniziano a idratare questa terra, arsa dal sole estivo, ecco spuntare i signori del bosco: i funghi.

Le varietà di funghi nella Valle dell'Irno

I primi che devono essere citati, perché i più desiderati da cercatori professionisti o semplici appassionati, sono sicuramenti i porcini (boletus edulis). Si trovano qui nella Valle dell’ Irno, nei boschi di castagni, soprattutto quelli rivolti a nord, che essendo più umidi offrono l’ambiente ideale per questi funghi. Trovarli non è semplicissimo poiché il loro colore, marrone scuro, li fa mimetizzare perfettamente con l’ambiente circostante, ma i cercatori esperti, sanno che devono guardare con attenzione nei pressi dei grossi tronchi dei castagni, poiché i porcini, vivono in simbiosi con queste piante, ricordando iniziano a uscire dopo circa due giorni dall’arrivo della pioggia, raggiungendo in una settimana circa le dimensioni ottimali, per essere consumati, senza trovare al loro interno, vermi o altri parassiti, propri dei funghi più grandi.

Sotto i pioppi o le querce si trovano invece i funghi chiodini (armillaria mellea), che essendo un fungo lignicolo, cioè si nutre di legno, è facile da trovare, su ceppi di albero o radici di alberi abbattuti. Si trovano in famigliole di più esemplari, offrendo quindi un ricco bottino a chi ha la fortuna di trovarli. Sono tossici da crudi e quindi devono essere sottoposti sempre a una bollitura preliminare di circa 20 minuti, prima di essere utilizzati per le ricette che si ama cucinare.

Meno diffusi ma molto apprezzati sono pure i finferli (cantharellus cibarius), di cui sembra siano ricche le colline alle spalle di Fisciano, nei boschi di querce e castagni. Il loro aspetto li rende inconfondibili, gialli, dal cappello frastagliato che ricorda la cresta di un gallo (da qui il nome di “galletti”), sono buonissimi trifolati o cotti a frittata, ma è difficile trovarli in commercio, perché i cercatori preferiscono tenere per sé questo prezioso bottino, quando hanno la fortuna di trovarli.

Facile da indentificare, ma non facilissimo da trovare è la mazza di tamburo (macrolepiota procera), che cresce nei prati e radure di media collina, soprattutto tra Bracigliano e Mercato San Severino. Si presenta con un gambo lungo anche 50 cm e una cappella, di colore chiaro che può superare i 40 cm. Ottimo arrostito, condito con olio e prezzemolo, si offre all’assaggio con delicati sentori di nocciola e note dolci.

Ma il fungo più pregiato di tutti, quello che si consuma crudo e che proprio nei boschi di castagno della Valle dell’Irno trova il suo habitat ideale, è l’ovolo (amanita caesarea), da non confondere assolutamente con altre specie simili ma velenosissime come la famosa amanita phalloide. L’ovolo buono cresce sotto gli alberi di castagno e di nocciolo, preferendo zone soleggiate e un terreno calcareo. Si presenta con un cappello rosso arancio e lamelle gialle fitte. Ottimo da crudo, condito solo con un filo d’olio e scaglie di parmigiano, si presta bene anche a preparazioni cotte come zuppe e risotti.

Informazioni utili per la raccolta

Bisogna però ricordare le basilari norme prudenziali quando si va in cerca di funghi, come il non andare da soli, il portarsi appresso un bastone per allontanare serpenti e cani randagi, e il non inoltrarsi in zona del bosco che non si conoscono. Fondamentale poi far vedere sempre a un esperto micologo i funghi raccolti, per evitare pericolosissime ingestioni di tossine, potenzialmente mortali. Presso le Asl il servizio di ispettorato micologico è gratuito.

Per maggiori info sulla raccolta di funghi commestibili, visita il sito: www.agricoltura.regione.campania.it/tartufo/funghi_info.html

 

Autore: Maro Contursi

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